- LA VITA DEL SANTO -

S. Vincenzo Ferrer nacque a Valencia, bella città della Spagna, il 23 gennaio 1350. La sua vita si svolge al centro di un secolo turbinoso nel quale egli stesso scorse qualcosa di apocalittico per la cristianità. Sul piano religioso lo scisma d’Occidente, la cattività di Avignone, sul piano politico la guerra dei Cent’anni e la decadenza del sacro Romano Impero. Non mancano però i segni della ripresa: la formazione della nazionalità, la fioritura dei santi predicatori di penitenza e trascinatori di folla; Vincenzo Ferreri si inserisce in questo movimento di rinascita e ne diventa uno dei principali promotori e capi. Egli è ben preparato alla sua missione. Il 5 febbraio del 1367 riceve l’abito dei Frati Predicatori nel Convento eretto dal re Giacomo a poca distanza dalla casa dei Ferrer. Studia e insegna logica; più tardi commenta la Somma di San Tommaso e, in seguito, nel 1373, mentre studia Sacra Scrittura ed Ebraico, insegna scienze naturali. Completa i suoi studi a Tolosa, nello studio Domenicano, intorno ai ventinove anni. Nel 1384 è priore del Convento di Valencia e ivi scrive un’ampia monografia sul Grande Scisma d’Occidente; scrive due opuscoli: il “Trattato delle supposizioni dialettiche” e “L’unità dell’universale”, compone anche il magnifico “Trattato sui Giudei”. Scrive pure quattro considerazioni sulla Passione di Cristo una sulla Messa e un trattato ascetico sulle tentazioni contro la fede. Finalmente, come frutto della sua maturità spirituale ed apostolica, si ha il “Trattato della vita spirituale”; gli elementi più tipici in esso sono: il carattere virile della vita spirituale; la solidità della dottrina che traduce la Sacra Scrittura e San Tommaso; l’affermazione del valore primario della carità come mezzo di perfezione. I gradi della vita spirituale sono segnati dal Santo così: disprezzo delle cose terrene, silenzio, purezza di cuore, pace interiore come culmine dell’ascesa mistica. Mezzi per raggiungere la purezza del cuore sono: la negazione di sé, la mortificazione dell’amor proprio, l’umiltà nel sentire di sé davanti a Dio e agli uomini. Vincenzo ha una viva e filiale devozione alla vergine; le sue meditazioni volgono specialmente su Cristo. È inoltre un grande penitente. All’età circa di quarant’anni comincia a predicare. Ottiene subito grandi successi di conversione e grande fama. Vincenzo si è dato tutto alla predicazione, in forza di un mandato divino avuto il 22 novembre 1399 in una visione e con l’approvazione dell’antipapa Benedetto XIII. Egli è scelto come Legato a latere Christi, e comincia le sue peregrinazioni apostoliche; mentre cammina medita o prepara i discorsi, predica in tutte le città e villaggi dove giunge, spinto e diretto solo dallo spirito di Dio. Ben presto si forma intorno a lui una folla di seguaci, molti dei quali percorrono con lui l’Europa, costituendo la “Compagnia del Maestro Vincenzo”. Egli parla con sapienza. La sua dottrina è precisa, ma avvivata dalla santa passione del suo cuore. Vincenzo imposta le sue prediche sulla Sacra Scrittura e sulla Liturgia del giorno. Offre in se stesso l’esempio di una vita che incarna la sua parola. Vi aggiunge la testimonianza dei miracoli e delle profezie, che fioriscono intorno a lui in numero impressionante. Ma ciò che è più memorabile nella sua predicazione è l’azione di Vincenzo nella Cristianità e per la Cristianità. Vincenzo vede chiaro e proclama altamente le tesi dell’unità gerarchica della chiesa in un’ora di crisi nella quale il laicismo nella cultura e il nazionalismo sul piano politico – religioso cominciano ad operare come forze disfattiste. Nel 1417 arriva a Vannes in Bretagna, per tenere un corso di predicazione e qui a Vannes, a Rue des Orfèvres, al n° 17, in una casa che oggi porta la data 1574 con la facciata di pietre scoperte sulla quale si trova una statua del Santo e nella quale si può ancora visitare la cella da lui abitata, Vincenzo Ferrer, debilitato ormai dagli anni, dalle fatiche apostoliche e dalla malattia, il 5 Aprile 1419, mercoledì di Passione,viene raggiunto da sorella morte, che egli abbraccia serenamente. Il suo corpo oggi riposa nella cattedrale di Vannes, nella cappella del SS. Sacramento.

- I MIRACOLI -

Nel suo processo di canonizzazione furono autenticati 873 miracoli. Due tra i più popolari prodigi a lui attribuiti: il primo consiste nella salvezza di un muratore che stava cadendo da un andito. Questo prodigio fu reso ancora pi?strepitoso in quanto S. Vincenzo, in attesa del permesso del suo Superiore per eseguire il miracolo, mantenne il giovane sospeso a mezz'aria. il secondo narra della resurrezione di una donna a cui S. Vincenzo ordinò poi di attestare essere lui l'Angelo dell'Apocalisse. Papa Callisto III celebrò la cerimonia della sua canonizzazione il 3 giugno 1455, nella chiesa domenicana di Roma di Santa Maria sopra Minerva; il suo culto fu confermato da papa Pio II che, con bolla del 1458, fissò per la sua festa la data del 5 aprile.